Beatrice,
Daniela, Grazia, Milena, Virginia, Alberto, Alessandro, Antonio, Arrigo, Ezio,
Fabrizio, Giuseppe, Luigi, Marco, Piero, Pino, Roberto… Sono nomi, mentre li
pronuncio, e diventano volti di persone reali, presenti, qui questa sera.
Questi volti, questi nomi hanno una loro storia: personale, unica ed esclusiva.
Dall’inizio di quest’anno, con l’entrata in vigore del nuovo sistema delle
pensioni, le nostre singole storie sono legate da un’insolita condizione:
l’impossibilità di pianificare il proprio futuro. Concretamente: dopo aver
perso il lavoro, quelli che erano i requisiti per arrivare ad una giusta
pensione, con la nuova riforma, sono spariti, spostati molto in avanti nel
tempo e con una prospettiva di un periodo anche senza nessun reddito!
All’improvviso sono stati cancellati i nostri sogni, le nostre speranze, le
nostre proiezioni sul futuro. La sensazione di disagio che stiamo vivendo, è
molto grande, perché ogni nostro modo di pensare il futuro della nostra vita ci
è negato! Vorrei tentare di definire con le mie parole quello che proviamo:
pensate ad esempio di essere in una situazione non piacevole, magari molto
nauseante, sapendo che tutto dipende dallo scorrer del tempo… E guardiamo
continuamente l’orologio, purtroppo, ci accorgiamo che segna sempre la stessa
ora… In un altro modo potrei affermare che viviamo senza il tempo: perché il
passato è la nostra storia, ma il futuro non può ancora iniziare… Ci rimane in
ogni modo, sempre il presente! Il presente che stiamo vivendo ora, in questo
momento, qui, con tutti voi! Con voi, che ci date la possibilità di raccontare
e condividere le nostre storie e anche le nostre angosce! L’essere qui con voi
oggi ci fa pensare che possiamo ancora sognare, sperare, ma soprattutto credere
ancora nei valori della solidarietà, della vicinanza e del conforto. Certo,
nell’immediato, non ci risolvono i nostri problemi, ma certamente ci danno la
forza per continuare la lotta contro questa immane ingiustizia! Citando una
frase di Vittorio Arrigoni, un martire della pace: restiamo umani, io aggiungo
e restiamo uniti solo così potremo arrivare alla riconquista di un diritto
violato: la giusta pensione. (Luigi Lacchini, Monte Oliveto, ventunesima marcia
della solidarietà, con un ringraziameno particolare a Peppo Castelvecchio, alla
comunità Il Pellicano e a Francesco Cisarri)
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