venerdì 14 dicembre 2012

Le nostre utopie.


L’incontro di domani, sabato 15 dicembre a partire dalle ore 17, nell’ambito delle iniziative del Mercato Fuoriluogo di Lodi Solidale (www.lodisolidale.org) riveste per gli “esodati” un significato particolare perché ci permette di ritrovare chi ha condiviso con noi, in un completo spirito di solidarietà, il nostro momento di disagio e di difficoltà. Abbiamo scelto di ospitare Peppo Castelvecchio nello spazio che abbiamo allestito nell’ex chiesa di san Cristoforo, in via Fanfulla a Lodi per dargli modo di presentare la ristampa del suo libro, L’utopia possibile, anche perché ci ritroviamo molto nelle sue parole, visto che anche gli “esodati” ormai vivono in una condizione di sperare davvero in un’utopia possibile, che poi in questa strano paese, non è altro che il sacrosanto diritto alla pensione e/o al lavoro. Peppo Castelvecchio, che con la comunità Il Pellicano aveva già collaborato alla realizzazione di C’era una volta il lavoro, avrà modo anche di raccontare di un’utopia realizzata, quella della social housing che ha inaugurato quest’autunno a Monte Oliveto di Castiraga Vidardo, un progetto innovativo e importante per tutto il territorio lodigiano. Proprio ci ritroveremo anche lunedì 17, a partire dalle ore 20.30 per la ventunesima marcia della solidarietà, ormai una tradizione della comunità Il Pellicano, che quest’anno ha voluto ospitarci. Partiremo attorno a un falò, racconteremo le nostre storie e condivideremo la nostra condizione di “esodati” con chi l’esodo, in altre forme di disagio e di emarginazione, lo vive tutti i giorni. Infine, siamo felici di ospitare ancora Evasio Muraro e i suoi musicisti (i Gobar e i FaNs) che concluderanno l’incontro con Peppo Castelvecchio nell’ex chiesa di san Cristoforo. Oltre ad avere seguito le presentazioni di L’utopia possibile, Evasio Muraro ci è sempre stato vicino fin da questa primavera, quando ci ha concesso una sua canzone, La fabbrica in silenzio, per un videoclip che esprime la nostra storia ed è stato uno dei protagonisti in C’era una volta il lavoro. Siamo “esodati”, ma almeno abbiamo la musica.

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