giovedì 18 ottobre 2012

L'ultima chance della democrazia.


La Rete dei Comitati esodati, mobilitati, fondi di settore, contributori volontari, disoccupati, licenziati, dopo l’incontro del 9 ottobre 2012 ed il conseguente comunicato di totale condivisione della linea supportata da tutti i partiti di maggioranza ed opposizione in merito alla proposta di legge 5103 ed alla sua approvazione in tempi rapidissimi nonché alla relativa scelta dell’iter parlamentare e avuta solo adesso conoscenza del testo del decreto legge “di stabilità finanziaria” che prevede all’articolo 8 comma 11 l’introduzione di un fondo finalizzato ad “interventi di natura assistenziale” nei confronti degli “esodati”,

condanna

fermamente il tentativo del governo, e del ministro del lavoro in particolare (dopo lad isinformazione, favorita dalla maggioranza degli organi di informazione nazionale, attuata dal ministro Fornero in questi giorni per il boicottaggio della 5103) di non voler rendere giustizia a coloro che sono stati privati di 
un diritto

per totale ed esclusiva colpa (ammessa pubblicamente dalla stessa Fornero) di questo governo, incapace di assumersi le proprie responsabilità davanti al paese ed al popolo che mai lo ha eletto!

Stigmatizza

le inaccettabili e pesantissime pressioni del ministro verso l’intero parlamento contro la proposta di legge 5103, le più gravi delle quali avvenute negli ultimi giorni a ridosso dell’incontro con la commissione lavoro della camera, e alcune sue affermazioni secondo le quali per esempio “si possono discutere casi singoli di deroga, ma non fare eccezioni per intere categorie”. E già ieri mattina, dalle colonne di un quotidiano economico, ha cominciato a scegliere chi condannare all’indigenza lasciando intendere di non ritenere salvaguardabili i contributori volontari. E’ appena il caso di chiarire al ministro che dietro i numeri che cita ci sono persone e famiglie: esodati, licenziati, cessati, donne sessantenni espulse dal mondo del lavoro, disoccupati che hanno finito il periodo di mobilità e cassa integrazione costretti per anni, grazie agli errori commessi nella manovra, a rimanere senza alcun reddito e senza pensione!

Invita e sostiene

tutti i gruppi parlamentari a ribadire la volontà di voler proseguire, e ad agire di conseguenza, per attuare l’iter della proposta di legge 5103 rigettando qualsiasi tentativo del governo di prevedere subdolamente la chiusura del problema dei non salvaguardati nell’ambito dei suoi decreti legge, di cui avrebbe poi il controllo esclusivo (potendo imporne la “fiducia in aula”) esautorando ancora una volta il parlamento con uno schiaffo inaccettabile per delle istituzioni che hanno l’orgoglio di essere state democraticamente elette quali sono quelle che voi rappresentate, e con cio’ impedendo di perseguire giustizia ed equità! Pertanto lottiamo con voi affinché nessuna norma del decreto legge di stabilità tratti la materia delle pensioni e degli esodati, sulle quali il governo ha dato già ampia dimostrazione di arroganza e incapacità oltre che spregio della verità, tantomeno laddove si vuol ridurre un diritto ad un “intervento di natura assistenziale” continuando a stravolgere a suo favore il concetto del patto tra stato e cittadini! Vi invita quindi a far sopprimere la declaratoria di “intervento di natura assistenziale”, nell’articolo 8 comma 11, per non consentire al governo di apporre vigliaccamente la pietra tombale al problema dei non salvaguardati dalla riforma previdenziale! Perciò, onorevoli tutti, nessun passo indietro né di lato rispetto alle affermazioni fatte nell’incontro del 9 ottobre 2012! Avete l’ultima possibilità di dimostrare al paese ed ai cittadini tutti che il parlamento esiste ancora! E  l’unica strada è l’approvazione della proposta di legge 5103!

Subito!

Vi guardano 390.200 famiglie,
270.000 delle quali non sanno quale sarà il loro futuro!

(Siamo consapevoli di aver usato soltanto le minuscole nell’elencare le istituzioni e i loro derivati, e sentiamo appena il dovere di notarlo, non altro, perché qui di maiuscolo c’è soltanto l’ingiustizia che ci sta uccidendo).

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