Mi
chiamo Roberto Fenini e ho lavorato per 30 anni presso Adda Officine
Elettromeccaniche poi ABB. Pur essendo diplomato in elettrotecninca, la prima
assunzione fu fatta come manovale, poi dopo una interruzione di circa cinque
anni lavorando in altre aziende , sono rientrato in Adda/ABB riuscendo a
scalare tutti i gradini necessari fino ad arrivare ad essere il responsabile e
coordinatore dei montaggi e dei collaudi esterni degli impianti blindati
isolati in gas SF6 (esafluoruro di zolfo) di alta tensione (da 70 a 380kV). Ho
svolto il mio lavoro con una certa passione ed un certo successo riconosciutomi
sia dai clienti (soprattutto ENEL) che dai miei superiori. Sono entrato in
mobilità per mia volontà sostituendomi ad un collega di ABB Sace Bergamo che
non voleva essere mobilitato. Il motivo principale che ha dettato questa mia
decisione era ed è un mio problema di salute. Devo dire sinceramente che la mia
ex azienda si è sempre comportata in maniera corretta ed inappuntabile nei miei
confronti. Non posso dire altrettanto del binomio Tremonti/Sacconi e
soprattutto dell’INPS che ha ignobilmente ignorato il decreto legge riguardante
la mia ex azienda. Il mio “esodo” nasce infatti con la mobilità lunga sancita
dalla legge 296 art. 1 comma 1189 e legge 223 nonché dal decreto
ministeriali esclusivo per ABB Adda dell’agosto 2008 che mi poneva tra i 6.000
mobilitati del riparto dell'anno 2007. Licenziato il 30 novembre 2008 con il
diritto alla pensione maturato al 10 giugno 2011 e finestra di uscita prevista
per il primo gennaio 2012, a seguito dell’emanazione della “madre di tutte le
leggi” contro gli esodati e i mobilitati (la legge 122 Tremonti/Sacconi del
giugno 2010) la mia situazione è diventata completamente senza nessun tipo di
previsione. La data ufficiale, a questo punto, dovrebbe essere il primo gennaio
2013 ma non esiste alcuna fonte in grado di confermarla. La legge citata
prevede la possibilità di accesso alla pensione a diecimila unità con
termine della data di licenziamento al 30 ottobre 2008. Da lì, la mia
domanda di pensione è stata respinta per motivi amministrativi. A una prima
analisi effettuata da una gentile impiegata INPS è risultato che per ben due
(2) volte , la mia posizione è stata “caricata”, presso la direzione generale
dell’INPS in modo errato. Successivamente la mia posizione è stata corretta e
rettificata. A seguito della rettifica, è stata presentata richiesta di riesame
della mia domanda, facendo presente più e più volte l’esistenza del decreto
ministeriale, che cita chiaramente in ben due punti distinti l’appartenenza del
sottoscritto al contingente delle prime 6.000 mobilità lunghe. E' da notare che
questo decreto si trova proprio nel sito dell’INPS, non occorre quindi fare
ricerche archeologiche per trovarlo. Il 19 aprile, con un messaggio di posta
elettronica, ho avuto notizia che anche la domanda di riesame è stata respinta.
Da allora non sono più riuscito ad avere nessun tipo di risposta. Ho fatto
richiesta della “certificazione del diritto di pensione” con l’apposito modulo
INPS LC1, ma anche questa è rimasta senza risposta. Questo mi spinge a
esprimere la mia più totale disapprovazione per come l’INPS sta barcamenandosi
con la questione dei cosiddetti “esodati” non dando alcuna risposta al
malcapitato “cittadino” (alla faccia del sito INPS che si dichiara proprio “al
servizio del cittadino”) e mantenendo un contegno perlomeno ambiguo con
il governo fornendogli dati completamente arbitrari.
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