lunedì 25 giugno 2012

Non siamo qui per le caramelle (16)


Mi chiamo Roberto Fenini e ho lavorato per 30 anni presso Adda Officine Elettromeccaniche poi ABB. Pur essendo diplomato in elettrotecninca, la prima assunzione fu fatta come manovale, poi dopo una interruzione di circa cinque anni lavorando in altre aziende , sono rientrato in Adda/ABB riuscendo a scalare tutti i gradini necessari fino ad arrivare ad essere il responsabile e coordinatore dei montaggi e dei collaudi esterni degli impianti blindati isolati in gas SF6 (esafluoruro di zolfo) di alta tensione (da 70 a 380kV). Ho svolto il mio lavoro con una certa passione ed un certo successo riconosciutomi sia dai clienti (soprattutto ENEL) che dai miei superiori. Sono entrato in mobilità per mia volontà sostituendomi ad un collega di ABB Sace Bergamo che non voleva essere mobilitato. Il motivo principale che ha dettato questa mia decisione era ed è un mio problema di salute. Devo dire sinceramente che la mia ex azienda si è sempre comportata in maniera corretta ed inappuntabile nei miei confronti. Non posso dire altrettanto del binomio Tremonti/Sacconi e soprattutto dell’INPS che ha ignobilmente ignorato il decreto legge riguardante la mia ex azienda. Il mio “esodo” nasce infatti con la mobilità lunga sancita dalla legge  296 art. 1 comma 1189 e legge 223 nonché dal decreto ministeriali esclusivo per ABB Adda dell’agosto 2008 che mi poneva tra i 6.000 mobilitati del riparto dell'anno 2007. Licenziato il 30 novembre 2008 con il diritto alla pensione maturato al 10 giugno 2011 e finestra di uscita prevista per il primo gennaio 2012, a seguito dell’emanazione della “madre di tutte le leggi” contro gli esodati e i mobilitati (la legge 122 Tremonti/Sacconi del giugno 2010) la mia situazione è diventata completamente senza nessun tipo di previsione. La data ufficiale, a questo punto, dovrebbe essere il primo gennaio 2013 ma non esiste alcuna fonte in grado di confermarla. La legge citata prevede la possibilità di accesso alla pensione a diecimila unità con termine della data di licenziamento al 30 ottobre 2008. Da lì, la mia domanda di pensione è stata respinta per motivi amministrativi. A una prima analisi effettuata da una gentile impiegata INPS è risultato che per ben due (2) volte , la mia posizione è stata “caricata”, presso la direzione generale dell’INPS in modo errato. Successivamente la mia posizione è stata corretta e rettificata. A seguito della rettifica, è stata presentata richiesta di riesame della mia domanda, facendo presente più e più volte l’esistenza del decreto ministeriale, che cita chiaramente in ben due punti distinti l’appartenenza del sottoscritto al contingente delle prime 6.000 mobilità lunghe. E' da notare che questo decreto si trova proprio nel sito dell’INPS, non occorre quindi fare ricerche archeologiche per trovarlo. Il 19 aprile, con un messaggio di posta elettronica, ho avuto notizia che anche la domanda di riesame è stata respinta. Da allora non sono più riuscito ad avere nessun tipo di risposta. Ho fatto richiesta della “certificazione del diritto di pensione” con l’apposito modulo INPS LC1, ma anche questa è rimasta senza risposta. Questo mi spinge a esprimere la mia più totale disapprovazione per come l’INPS sta barcamenandosi con la questione dei cosiddetti “esodati” non dando alcuna risposta al malcapitato “cittadino” (alla faccia del sito INPS che si dichiara proprio “al servizio del cittadino”) e mantenendo un contegno perlomeno ambiguo  con il governo fornendogli dati completamente arbitrari.

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