giovedì 21 giugno 2012

C'era una volta il lavoro (2)



Sabato 16 giugno, la CGIL di Lodi, che ha pienamente condiviso un’idea nata nel Comitato “degli Esodati in cerca di futuro…”, sosterrà la manifestazione in piazza della Vittoria a Lodi, che si terrà dalle 16 alle 24, con lo scopo di rendere ancora più esplicita una parte drammatica del disastro sociale creato con l’ultima “riforma” delle pensioni targata Fornero­Monti. È stata fatta la riforma più dura d’Europa, solo per far cassa, l’unico caso in cui non è stato previsto un periodo di transizione. La stessa Ministra Fornero ha riconosciuto più volte la durezza e la radicalità della sua attuazione, che ha provocato grandi di sagi agli individui e alle famiglie coinvolte; così come il Ministro Passera si è spinto oltre, presagendo una situazione drammatica con la messa in discussione della coesione sociale da parte di metà della popolazione italiana. Si resta sbalorditi dal fatto che due Ministri siano coscienti dei danni provocati e non pongano rimedio; invece si è tentato di trasportare “l’ideologia” che ha sottointeso la riforma pensionistica nella riforma del mercato del lavoro. Ciò che caratterizza infatti il pensiero forte della Fornero (ho avuto occasione di conoscerlo negli anni scorsi in un paio di convegni organizzati dalla CGIL) consiste nella rottura del concetto solidaristico dello stato sociale che ha sempre caratterizzato il Welfare nell’Italia del dopo guerra e nell’Europa intera, per passare ad un concetto, considerato inopportunamente più moderno, che è quello ASSICURATIVO, tendenzialmente privatistico. Insomma, chi avrà lavoro avrà pensione, seppur ridimensionata e diritti, seppur ridotti; chi è precario, non trova lavoro, viene emarginato o non gode buona salute resta escluso! Andando dritto per questa strada non ci si è preoccupati di aver creato una vera e propria emergenza sociale per i lavoratori già disoccupati e per quelli che hanno perso o perderanno il lavoro per effetto di accordi di mobilità o di esodo e che rischiano per anni di restare senza ammortizzatori e senza pensione. Più che “esodati” possono essere definiti “beffati” e, come ormai è noto, sono stati stimati in circa 400.000 (dati INPS, non sono CGIL). Non ci si è preoccupati neppure di modificare le norme varate dal Governo Berlusconi sulla ricongiunzione onerosa verso l’INPS, con il risultato che molte lavoratrici e molti lavoratori, non potendo pagare, si trovano nella condizione di non avere diritto alla pensione; pare che questi “dannati” a pagare siano stimati in circa 1.400.000. Così come resta drammatica la questione dei cosiddetti “contribuenti silenti”, che coinvolge tutte le categorie meno tutelate come i parasubordinati, i precari, chi perde il lavoro e non riesce a ricollocarsi, le casalinghe di ritorno che hanno interrotto l’attività lavorativa, chi è costretto ad accettare un lavoro in nero, insomma chi, per vari motivi, non riesce a raggiungere i requisiti necessari (ogni anno la gestione separata dell’INPS incassa contributi pari a 8 miliardi di euro ma ne restituisce, sotto forma di prestazioni pensionistiche, solamente 300 milioni). Fra l’altro è bene ricordare che l’allungamento dei requisiti pensionistici dovuti alla riforma causa mancate nuove assunzioni, stimate attorno alle 100.000 unità, soprattutto giovani, che il 52% dei pensionati italiani ha redditi inferiori ai 1000 euro al mese, e che, guardando ai singoli assegni, ben il 49% è addirittura inferiore ai 500 euro. Inoltre nel 2011 l’INPS ha certificato che le pensioni di vecchiaia sono calate del 29,3% e quelle di anzianità del 14 ,7 %, così come prevede nel 2015 risparmi pari a 12 miliardi di euro e di ben 22 miliardi nel 2016. Non ci sono quindi margini per risolvere subito il problema degli esodati?  È una domanda retorica e, anche per questo, abbiamo sostenuto economicamente l’iniziativa di sabato devolvendo, fra l’altro, l’importo delle trattenute effettuate a tutti i sindacalisti della CGIL di Lodi relative all’ultimo sciopero generale di otto ore, come sempre avviene. Per la CGIL la partita delle pensioni non è assolutamente chiusa! Per questo siamo in piazza, una mani festazione che si curamente sarebbe stata più incisiva con l’adesione unitaria anche da parte di CISL e UIL del Lodigiano. (intervento di Domenico Campagnoli, segretario generale Camera del Lavoro Territoriale, Lodi, sabato 16 giugno 2012)

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