Sabato 16 giugno, la CGIL di Lodi, che ha
pienamente condiviso un’idea nata nel Comitato “degli Esodati in cerca di
futuro…”, sosterrà la manifestazione in piazza della Vittoria a Lodi, che si
terrà dalle 16 alle 24, con lo scopo di rendere ancora più esplicita una parte
drammatica del disastro sociale creato con l’ultima “riforma” delle pensioni
targata ForneroMonti. È stata fatta la riforma più dura d’Europa, solo per far
cassa, l’unico caso in cui non è stato previsto un periodo di transizione. La
stessa Ministra Fornero ha riconosciuto più volte la durezza e la radicalità
della sua attuazione, che ha provocato grandi di sagi agli individui e alle
famiglie coinvolte; così come il Ministro Passera si è spinto oltre, presagendo
una situazione drammatica con la messa in discussione della coesione sociale da
parte di metà della popolazione italiana. Si resta sbalorditi dal fatto che due
Ministri siano coscienti dei danni provocati e non pongano rimedio; invece si è
tentato di trasportare “l’ideologia” che ha sottointeso la riforma
pensionistica nella riforma del mercato del lavoro. Ciò che caratterizza
infatti il pensiero forte della Fornero (ho avuto occasione di conoscerlo negli
anni scorsi in un paio di convegni organizzati dalla CGIL) consiste nella rottura
del concetto solidaristico dello stato sociale che ha sempre caratterizzato il
Welfare nell’Italia del dopo guerra e nell’Europa intera, per passare ad un
concetto, considerato inopportunamente più moderno, che è quello ASSICURATIVO,
tendenzialmente privatistico. Insomma, chi avrà lavoro avrà pensione, seppur
ridimensionata e diritti, seppur ridotti; chi è precario, non trova lavoro,
viene emarginato o non gode buona salute resta escluso! Andando dritto per
questa strada non ci si è preoccupati di aver creato una vera e propria
emergenza sociale per i lavoratori già disoccupati e per quelli che hanno perso
o perderanno il lavoro per effetto di accordi di mobilità o di esodo e che
rischiano per anni di restare senza ammortizzatori e senza pensione. Più che
“esodati” possono essere definiti “beffati” e, come ormai è noto, sono stati
stimati in circa 400.000 (dati INPS, non sono CGIL). Non ci si è preoccupati
neppure di modificare le norme varate dal Governo Berlusconi sulla
ricongiunzione onerosa verso l’INPS, con il risultato che molte lavoratrici e
molti lavoratori, non potendo pagare, si trovano nella condizione di non avere
diritto alla pensione; pare che questi “dannati” a pagare siano stimati in
circa 1.400.000. Così come resta drammatica la questione dei cosiddetti
“contribuenti silenti”, che coinvolge tutte le categorie meno tutelate come i
parasubordinati, i precari, chi perde il lavoro e non riesce a ricollocarsi, le
casalinghe di ritorno che hanno interrotto l’attività lavorativa, chi è
costretto ad accettare un lavoro in nero, insomma chi, per vari motivi, non
riesce a raggiungere i requisiti necessari (ogni anno la gestione separata dell’INPS
incassa contributi pari a 8 miliardi di euro ma ne restituisce, sotto forma di
prestazioni pensionistiche, solamente 300 milioni). Fra l’altro è bene
ricordare che l’allungamento dei requisiti pensionistici dovuti alla riforma
causa mancate nuove assunzioni, stimate attorno alle 100.000 unità, soprattutto
giovani, che il 52% dei pensionati italiani ha redditi inferiori ai 1000 euro
al mese, e che, guardando ai singoli assegni, ben il 49% è addirittura
inferiore ai 500 euro. Inoltre nel 2011 l’INPS ha certificato che le pensioni
di vecchiaia sono calate del 29,3% e quelle di anzianità del 14 ,7 %, così come
prevede nel 2015 risparmi pari a 12 miliardi di euro e di ben 22 miliardi nel
2016. Non ci sono quindi margini per risolvere subito il problema degli esodati?
È una domanda retorica e, anche per
questo, abbiamo sostenuto economicamente l’iniziativa di sabato devolvendo, fra
l’altro, l’importo delle trattenute effettuate a tutti i sindacalisti della
CGIL di Lodi relative all’ultimo sciopero generale di otto ore, come sempre
avviene. Per la CGIL la partita delle pensioni non è assolutamente chiusa! Per
questo siamo in piazza, una mani festazione che si curamente sarebbe stata più
incisiva con l’adesione unitaria anche da parte di CISL e UIL del Lodigiano.
(intervento di Domenico Campagnoli, segretario generale Camera del Lavoro
Territoriale, Lodi, sabato 16 giugno 2012)
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