Buon
pomeriggio a tutti! Inizia in un modo insolito questa nostra manifestazione!
Come avete notato all’inizio c’era il silenzio… E nel silenzio la storia di
Alessandro, la storia di uno di noi, la storia che interrompe il silenzio!
Questo modo di iniziare non fa altro che tradurre in modo pratico quello che,
la manifestazione ideata del comitato “esodati” in cerca di futuro, vuole fare
quest’oggi. Far conoscere a tutti le storie di
giovani, disoccupati e precari ed “esodati”. Tutti insieme abbiamo
un’aspettativa: il lavoro! Chi l’ha perso e chi non l’ha ancora trovato! Tutti
insieme vogliamo rompere il silenzio che sta intorno a questo problema sociale!
Il silenzio di un ministro che non “conta” giusto, ma soprattutto non conta le
persone, per lei valgono solo le
risorse; il silenzio della
politica che reagisce, sembra un paradosso, solo a parole e non con i fatti; il
silenzio delle notti svegli per cercare di capire quale sarà il futuro delle
nostre famiglie; il silenzio di chi si vede respinta una domanda di lavoro. Il
silenzio di chi non riceve la risposta ad una domanda di lavoro. Il silenzio di
chi deve lasciare per l’ennesima volta il posto di lavoro senza sapere se ne
troverà un altro! Il silenzio delle fabbriche e degli uffici vuoti. Il silenzio
di chi non ha continuato a lottare e ci ha lasciati per sempre. Il silenzio di
chi attraversa il deserto per cercate un nuovo futuro. Il silenzio di chi ci ha
dedicato una canzone. Purtroppo ora dobbiamo aggiungere un altro silenzio,
quello polveroso, delle terre terremotate dell’Emilia, dove il silenzio è anche
morte. Oggi vogliamo che non ci sia più silenzio, ma ci sia attenzione, ci sia
azione, ci siano idee. Ecco allora, in questa piazza, questo pomeriggio, le
nostre storie saranno un continuo ricordare delle nostre vite, delle nostre
esperienze e… Delle nostre speranze per un futuro, quello concreto! Abbiamo
costruito questa idea di rompere il silenzio con molta fatica, abbiamo chiesto
aiuto a tanti… E purtroppo non tutti hanno creduto in quest’idea, insomma ci
hanno voltato le spalle! Alla fine però, la nostra caparbietà, la nostra
rabbia, la nostra disperazione e per le nostre idee ora siamo qui a raccontare!
Sul percorso abbiamo trovato anche tanti amici che sono qui questa sera a
vivere con noi questa manifestazione. Gli amici hanno capito il nostro
problema, ma soprattutto l’hanno condiviso e nelle loro specifiche espressioni
porteranno il loro contributo in gesti, suoni, canti e parole. A nome di tutto
il comitato lodigiano “esodati” in cerca di futuro li ringrazio profondamente
di cuore perché ci aiutano a rompere questo silenzio che ci circonda. Ci
aiutano, nel concretizzare la nostra presenza sul territorio, nella città. Come
accennato prima, visto che, purtroppo un nuovo silenzio si è aggiunto al nostro,
cerchiamo di non dimenticare quelli che oggi sono meno fortunati di noi.
All’interno della nostra manifestazione troverete un gazebo dove promuoviamo un
raccolta fondi per le terre colpite dal terremoto, lo faremo anche grazie al
pittore Bruno Ceglie che offre le su opere su acquerello. Un altro spazio che
troverete in questa manifestazione sarà l’angolo della cultura, dove sarà
disponibile in particolare l’ultima opera di Peppino Castelvecchio: L’utopia
possibile.
Il ricavato di questa opera sarà devoluto per la costruzione della social
housing all’interno della comunità Il Pellicano. Troverete i gazebo specifici
degli “esodati” con la raccolta firme e cartoline da inviare al ministro
Fornero. Troverete anche una raccolta firme per l’acqua pubblica, che
nonostante il referendum che abbiamo votato dicendo “no” alla privatizzazione,
c’è ancora il pericolo di monetizzare un sacrosanto naturale diritto. Troverete
il gazebo dove verrà distribuita l’acqua pubblica. Troverete una raccolta firme
per la creazione di fondi a sostegno delle famiglie colpite dal dramma della
mancanza di lavoro o sottopagato. Troverete i gazebo della CGIL, l’unico
sindacato che ha dato pieno appoggio concreto alla nostra iniziativa. Colgo qui
l’occasione di riaffermare che il dramma dei disoccupati, dei precari e degli
“esodati” non ha colore di appartenenza politica e sindacale, ma è il dramma è
di ogni singola persona, di ogni singola famiglia che deve vivere
dignitosamente in questa società. Quando i drammi sono tanti… Il problema è di
tutta la società! Troverete il Gazebo delle ACLI che si sono messe al nostro
fianco per condividere le nostre problematiche e dar forza al nostro farsi
sentire. Troverete il gazebo di Lodisolidale, il coordinamento delle
associazioni lodigiane che parlano di pace e promuove una raccolta di firme dal
motto Vogliamo lavoro, no bombe. L’iniziativa chiede di non comprare i
cacciabombardieri F35 e armi per devolvere il risparmio anche alla soluzione
del problema “esodati”. Come avrete capito, la nostra, è una iniziativa un po’
particolare, non è una festa, anche se la musica distrae un po’ i nostri
pensieri, Vogliamo solo ribadire il nostro essere, il nostro condividere e il
nostro far sentire la nostra voce su un tema troppo spesso maltrattato: il
lavoro. (introduzione di Luigi Lacchini a C’era una volta il lavoro, Lodi, sabato 16 giugno
2012)
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