martedì 19 giugno 2012

C'era una volta il lavoro (1)



Buon pomeriggio a tutti! Inizia in un modo insolito questa nostra manifestazione! Come avete notato all’inizio c’era il silenzio… E nel silenzio la storia di Alessandro, la storia di uno di noi, la storia che interrompe il silenzio! Questo modo di iniziare non fa altro che tradurre in modo pratico quello che, la manifestazione ideata del comitato “esodati” in cerca di futuro, vuole fare quest’oggi. Far conoscere a tutti le storie di giovani, disoccupati e precari ed “esodati”. Tutti insieme abbiamo un’aspettativa: il lavoro! Chi l’ha perso e chi non l’ha ancora trovato! Tutti insieme vogliamo rompere il silenzio che sta intorno a questo problema sociale! Il silenzio di un ministro che non “conta” giusto, ma soprattutto non conta le persone, per lei valgono solo  le risorse;  il silenzio della politica che reagisce, sembra un paradosso, solo a parole e non con i fatti; il silenzio delle notti svegli per cercare di capire quale sarà il futuro delle nostre famiglie; il silenzio di chi si vede respinta una domanda di lavoro. Il silenzio di chi non riceve la risposta ad una domanda di lavoro. Il silenzio di chi deve lasciare per l’ennesima volta il posto di lavoro senza sapere se ne troverà un altro! Il silenzio delle fabbriche e degli uffici vuoti. Il silenzio di chi non ha continuato a lottare e ci ha lasciati per sempre. Il silenzio di chi attraversa il deserto per cercate un nuovo futuro. Il silenzio di chi ci ha dedicato una canzone. Purtroppo ora dobbiamo aggiungere un altro silenzio, quello polveroso, delle terre terremotate dell’Emilia, dove il silenzio è anche morte. Oggi vogliamo che non ci sia più silenzio, ma ci sia attenzione, ci sia azione, ci siano idee. Ecco allora, in questa piazza, questo pomeriggio, le nostre storie saranno un continuo ricordare delle nostre vite, delle nostre esperienze e… Delle nostre speranze per un futuro, quello concreto! Abbiamo costruito questa idea di rompere il silenzio con molta fatica, abbiamo chiesto aiuto a tanti… E purtroppo non tutti hanno creduto in quest’idea, insomma ci hanno voltato le spalle! Alla fine però, la nostra caparbietà, la nostra rabbia, la nostra disperazione e per le nostre idee ora siamo qui a raccontare! Sul percorso abbiamo trovato anche tanti amici che sono qui questa sera a vivere con noi questa manifestazione. Gli amici hanno capito il nostro problema, ma soprattutto l’hanno condiviso e nelle loro specifiche espressioni porteranno il loro contributo in gesti, suoni, canti e parole. A nome di tutto il comitato lodigiano “esodati” in cerca di futuro li ringrazio profondamente di cuore perché ci aiutano a rompere questo silenzio che ci circonda. Ci aiutano, nel concretizzare la nostra presenza sul territorio, nella città. Come accennato prima, visto che, purtroppo un nuovo silenzio si è aggiunto al nostro, cerchiamo di non dimenticare quelli che oggi sono meno fortunati di noi. All’interno della nostra manifestazione troverete un gazebo dove promuoviamo un raccolta fondi per le terre colpite dal terremoto, lo faremo anche grazie al pittore Bruno Ceglie che offre le su opere su acquerello. Un altro spazio che troverete in questa manifestazione sarà l’angolo della cultura, dove sarà disponibile in particolare l’ultima opera di Peppino Castelvecchio: L’utopia possibile. Il ricavato di questa opera sarà devoluto per la costruzione della social housing all’interno della comunità Il Pellicano. Troverete i gazebo specifici degli “esodati” con la raccolta firme e cartoline da inviare al ministro Fornero. Troverete anche una raccolta firme per l’acqua pubblica, che nonostante il referendum che abbiamo votato dicendo “no” alla privatizzazione, c’è ancora il pericolo di monetizzare un sacrosanto naturale diritto. Troverete il gazebo dove verrà distribuita l’acqua pubblica. Troverete una raccolta firme per la creazione di fondi a sostegno delle famiglie colpite dal dramma della mancanza di lavoro o sottopagato. Troverete i gazebo della CGIL, l’unico sindacato che ha dato pieno appoggio concreto alla nostra iniziativa. Colgo qui l’occasione di riaffermare che il dramma dei disoccupati, dei precari e degli “esodati” non ha colore di appartenenza politica e sindacale, ma è il dramma è di ogni singola persona, di ogni singola famiglia che deve vivere dignitosamente in questa società. Quando i drammi sono tanti… Il problema è di tutta la società! Troverete il Gazebo delle ACLI che si sono messe al nostro fianco per condividere le nostre problematiche e dar forza al nostro farsi sentire. Troverete il gazebo di Lodisolidale, il coordinamento delle associazioni lodigiane che parlano di pace e promuove una raccolta di firme dal motto Vogliamo lavoro, no bombe. L’iniziativa chiede di non comprare i cacciabombardieri F35 e armi per devolvere il risparmio anche alla soluzione del problema “esodati”. Come avrete capito, la nostra, è una iniziativa un po’ particolare, non è una festa, anche se la musica distrae un po’ i nostri pensieri, Vogliamo solo ribadire il nostro essere, il nostro condividere e il nostro far sentire la nostra voce su un tema troppo spesso maltrattato: il lavoro. (introduzione di Luigi Lacchini a C’era una volta il lavoro, Lodi, sabato 16 giugno 2012)


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