Dicembre
2011, interno notte. Nelle stanze del governo si dà vita a una nuova
specie di esseri umani. Privi di diritti, condannati
all'invisibilità, identificati con un nome inesistente nella lingua
italiana: esodati. Il
bisogno di sentirsi vivi, mentre tutto intorno è un susseguirsi di
dubbi, distorsioni e incertezze, ha poi trasformato questi uomini
queste donne in fantasmi irrequieti, che hanno vagato, pregato,
urlato, bussato di porta in porta. Non in cerca di una terra
promessa, illusoria, ma del futuro che è stato loro negato con una
firma in calce a una legge della repubblica. Non siamo qui
per le caramelle non racconta soltanto il dramma di uomini e
donne che, dopo aver lavorato una vita intera, si sono trovati senza
pensione, senza stipendio e senza reddito in virtù di un'improvvida
disposizione del governo italiano. Racconta la genesi, gli sforzi
quotidiani e l'evoluzione di un gruppo di persone assemblate in un
comitato spontaneo, indipendente, a volte caotico e frenetico, che
combatte le giusta battaglia, utilizzando tutti i mezzi possibili,
dalle rivendicazioni sindacali alle provocazioni artistiche. Non
siamo qui per le caramelle è una
storia fatta di tante storie: a volte comiche, a volte
drammatiche, raccontate spesso con ironia, sempre con la sorpresa di
un sorriso, e in cerca di un futuro. L'idea di Non siamo qui per
le caramelle nasce nella primavera di tre anni fa: da il
comitato esodati lodigiano non si limita a battersi per
vedere ripristinato tutto un sacrosanto diritto. Con la
consapevolezza che non sarebbero state sufficienti le rivendicazioni
politiche e sindacali, e burocratiche nasce il confronto con altre
realtà impegnate sul fronte dell'emarginazione, sulla linea della
solidarietà, con forme di solidarietà dagli artisti, dai musicisti,
dagli attori, con l'istinto primordiale di salvaguardare le storie,
almeno quelle, perché come scriveva
John Berger “la
nostra vita quotidiana è uno scambio costante con le apparenze da
cui siamo circondati: spesso familiari, talvolta nuove e impreviste,
ma sempre lì, a confermarci che esistiamo”.
Nessun commento:
Posta un commento