venerdì 9 maggio 2014

Non siamo qui per le caramelle (20)


Questa è la testimonianza di un “esodato” fortunato. Comincia alla fine del 2011: ancora qualche settimana (3 per la precisione, che si doveva concludere nel gennaio 2012) e avrò raggiunto gli agognati 40 anni necessari alla maturazione della pensione. Da giugno 2009 sono ormai trascorsi due anni e mezzo in cui dopo aver firmato un accordo individuale sofferto con la società (che ha comportato per altro, tensioni, umiliazioni, pressioni quindi: non voluto, ma imposto) io e mia moglie ci siamo barcamenati a livello economico pagando puntualmente ogni trimestre i contributi volontari. Nel frattempo è entrata in vigore la legge Sacconi che ha chiuso “gentilmente” la mia finestra per il percepimento della pensione che si sarebbe dovuta aprire a luglio 2012, lasciandomi senza alcuna entrata fino a marzo 2013 (a meno di ulteriori modifiche). E  infatti, ecco, come un fulmine a ciel sereno, la famigerata legge Fornero! Passato praticamente senza opposizione, a parte tre ore di sciopero, questo provvedimento ha stravolto completamente la nostra vita. La prospettiva che abbiamo davanti sono circa 2 anni completamente scoperti, senza più stipendio, ovviamente, senza pensione e con l’incubo di dover  pagare di tasca nostra i pesanti contributi, una cifra che prosciugherebbe  i risparmi di una vita (se pure basteranno) e tutto questo a pochissimi giorni da quella che pensavamo fosse una risoluzione positiva dei nostri problemi. Inizialmente rimaniamo increduli per quanto sta succedendo, poi subentra il panico unito alla rabbia, ma mai la rassegnazione,  infine cominciamo a cercare informazioni; siamo quasi sempre in rete alla ricerca disperata  di qualche notizia rassicurante, leggiamo avidamente giornali e riviste, mia moglie, praticamente, ascolta tutti i telegiornali! Poi, dopo un incontro casuale con alcuni ex colleghi nella mia stessa situazione, incominciamo  ad incontrarci con altre persone presso la CGIL di Lodi, grazie anche all’interessamento di Francesco Cisarri, per organizzarci  in un movimento ( il comitato “esodati” Lodi) di protesta e di sensibilizzazione verso l’esterno della nostra condizione con il preciso intento di fare tutto quello che è  possibile per risolvere positivamente il problema di tutti gli “esodati”. Far parte di questo gruppo mi consente di gestire meglio lo stress. Finalmente si è aperto uno spiraglio con la prospettiva della salvaguardia dei primi 65.000, per usufruire della quale io ho i requisiti. Ma anche qui quanta ansia nell’attesa che venga emanato il provvedimento! Poi, una volta uscito, altra ansia aspettando che venga pubblicato il decreto attuativo. Infatti, data la superficialità con cui è stata affrontata la riforma delle pensioni si rincorre il balletto dei numeri e c’è costante sulla testa la spada di Damocle di non rientrare nel gruppo dei salvaguardati a causa dello stanziamento dei fondi che può essere insufficiente a coprire tutte le richieste. Poi la preparazione della documentazione e l’ulteriore attesa e angoscia, all’incirca di altri 6 mesi, della certezza di essere stati inseriti nella graduatoria. Per fortuna non facevo altro che controllare il mio fascicolo personale sul sito dell’INPS, altrimenti avrei dovuto attendere, nella condizione di stress in cui ci trovavamo, un altro mese prima che mi venisse recapitata la raccomandata ufficiale di conferma della salvaguardia. Tanto che cosa importano gli stati d’animo delle persone a questi burocrati, che naturalmente non hanno mai i nostri problemi di sopravvivenza economica! Questo periodo è stato veramente duro: i nostri discorsi, in famiglia e fuori vertevano sempre sullo stesso argomento: arriverà mai la pensione? La notte si dormiva a tratti, ci si risvegliava sempre con lo stesso pensiero fisso, e naturalmente non mancavano le tensioni in casa, i disturbi psicosomatici, per non parlare dell’aggravamento di quelli fisici! Da marzo 2013 percepisco la pensione (il primo versamento mi è stato fatto a maggio), sono naturalmente contento per me, ma condivido l’angoscia di alcuni miei compagni di sventura che ancora non hanno risolto il loro problema. Per fortuna ho trovato un grande sollievo nel frequentare il gruppo degli “esodati”, nello scambiare con loro le informazioni, nel condividere le attese e le speranze, nell’organizzare iniziative atte a tener desta l’attenzione sulla nostra situazione, nel condividere anche momenti in cui si cerca di stemperare l’angoscia con battute, incoraggiamenti, qualche riunione conviviale. Con il comitato “esodati” di Lodi si è creato, almeno per me, anche una nuova rete di conoscenze e amicizie  e  si sono rafforzate quelle vecchie. Ringrazio perciò tutti i miei amici e colleghi del comitato per il loro supporto e spero tanto che anche per tutti loro finisca presto questo incubo e si apra a breve un periodo più sereno. (Antonio e Franca)

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