Questa
è la testimonianza di un “esodato” fortunato. Comincia alla fine del 2011:
ancora qualche settimana (3 per la precisione, che si doveva concludere nel
gennaio 2012) e avrò raggiunto gli agognati 40 anni necessari alla maturazione
della pensione. Da giugno 2009 sono ormai trascorsi due anni e mezzo in cui
dopo aver firmato un accordo individuale sofferto con la società (che ha
comportato per altro, tensioni, umiliazioni, pressioni quindi: non voluto, ma
imposto) io e mia moglie ci siamo barcamenati a livello economico pagando
puntualmente ogni trimestre i contributi volontari. Nel frattempo è entrata in
vigore la legge Sacconi che ha chiuso “gentilmente” la mia finestra per il
percepimento della pensione che si sarebbe dovuta aprire a luglio 2012,
lasciandomi senza alcuna entrata fino a marzo 2013 (a meno di ulteriori
modifiche). E infatti, ecco, come
un fulmine a ciel sereno, la famigerata legge Fornero! Passato praticamente
senza opposizione, a parte tre ore di sciopero, questo provvedimento ha
stravolto completamente la nostra vita. La prospettiva che abbiamo davanti sono
circa 2 anni completamente scoperti, senza più stipendio, ovviamente, senza
pensione e con l’incubo di dover
pagare di tasca nostra i pesanti contributi, una cifra che
prosciugherebbe i risparmi di una
vita (se pure basteranno) e tutto questo a pochissimi giorni da quella che
pensavamo fosse una risoluzione positiva dei nostri problemi. Inizialmente rimaniamo
increduli per quanto sta succedendo, poi subentra il panico unito alla rabbia,
ma mai la rassegnazione, infine
cominciamo a cercare informazioni; siamo quasi sempre in rete alla ricerca
disperata di qualche notizia
rassicurante, leggiamo avidamente giornali e riviste, mia moglie, praticamente,
ascolta tutti i telegiornali! Poi,
dopo un incontro casuale con alcuni ex colleghi nella mia stessa situazione,
incominciamo ad incontrarci con
altre persone presso la CGIL di Lodi, grazie anche all’interessamento di
Francesco Cisarri, per organizzarci
in un movimento ( il comitato “esodati” Lodi) di protesta e di
sensibilizzazione verso l’esterno della nostra condizione con il preciso
intento di fare tutto quello che è
possibile per risolvere positivamente il problema di tutti gli “esodati”.
Far parte di questo gruppo mi consente di gestire meglio lo stress. Finalmente
si è aperto uno spiraglio con la prospettiva della salvaguardia dei primi 65.000,
per usufruire della quale io ho i requisiti. Ma anche qui quanta ansia
nell’attesa che venga emanato il provvedimento! Poi, una volta uscito, altra
ansia aspettando che venga pubblicato il decreto attuativo. Infatti, data la
superficialità con cui è stata affrontata la riforma delle pensioni si rincorre
il balletto dei numeri e c’è costante sulla testa la spada di Damocle di non
rientrare nel gruppo dei salvaguardati a causa dello stanziamento dei fondi che
può essere insufficiente a coprire tutte le richieste. Poi la preparazione
della documentazione e l’ulteriore attesa e angoscia, all’incirca di altri 6
mesi, della certezza di essere stati inseriti nella graduatoria. Per fortuna
non facevo altro che controllare il mio fascicolo personale sul sito dell’INPS,
altrimenti avrei dovuto attendere, nella condizione di stress in cui ci
trovavamo, un altro mese prima che mi venisse recapitata la raccomandata
ufficiale di conferma della salvaguardia. Tanto che cosa importano gli stati
d’animo delle persone a questi burocrati, che naturalmente non hanno mai i
nostri problemi di sopravvivenza economica! Questo periodo è stato veramente
duro: i nostri discorsi, in famiglia e fuori vertevano sempre sullo stesso
argomento: arriverà mai la pensione? La notte si dormiva a tratti, ci si
risvegliava sempre con lo stesso pensiero fisso, e naturalmente non mancavano
le tensioni in casa, i disturbi psicosomatici, per non parlare dell’aggravamento
di quelli fisici! Da marzo 2013 percepisco la pensione (il primo versamento mi
è stato fatto a maggio), sono naturalmente contento per me, ma condivido
l’angoscia di alcuni miei compagni di sventura che ancora non hanno risolto il
loro problema. Per fortuna ho trovato un grande sollievo nel frequentare il
gruppo degli “esodati”, nello scambiare con loro le informazioni, nel
condividere le attese e le speranze, nell’organizzare iniziative atte a tener
desta l’attenzione sulla nostra situazione, nel condividere anche momenti in
cui si cerca di stemperare l’angoscia con battute, incoraggiamenti, qualche
riunione conviviale. Con il comitato “esodati” di Lodi si è creato, almeno per
me, anche una nuova rete di conoscenze e amicizie e si sono
rafforzate quelle vecchie. Ringrazio perciò tutti i miei amici e colleghi del
comitato per il loro supporto e spero tanto che anche per tutti loro finisca
presto questo incubo e si apra a breve un periodo più sereno. (Antonio e
Franca)
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