La Rete dei Comitati denuncia la situazione di
colpevole negligenza da parte di INPS e ministero del lavoro nella gestione
delle salvaguardie dalla riforma. Nei quasi quattordici (14) mesi trascorsi
dalla riforma, INPS e ministero del lavoro non hanno saputo organizzare le
proprie attività in modo da farsi trovare preparati al momento in cui i primi
beneficiari delle salvaguardie avrebbero dovuto ricevere la propria pensione e
cioè il primo gennaio 2013. La gestione del primo scaglione di 65.000 salvaguardati
procede in maniera assolutamente inefficiente, se è vero, come è vero, che: è
stata rilasciata solo una parte minoritaria delle lettere di salvaguardia; i
potenziali beneficiari la cui data di decorrenza della pensione è già trascorsa
non hanno ricevuto alcuna comunicazione dall’INPS; fino alla metà di febbraio
la sede centrale dell’INPS non aveva rilasciato alle sedi periferiche i
programmi necessari alla gestione di intere categorie di salvaguardati; le
domande di pensione inoltrate nei tempi previsti giacciono senza risposta anche
nei casi in cui la pensione avrebbe dovuto già essere erogata; ciò, in alcuni
casi crea pregiudizio alla vita dei pensionandi che non avessero risorse
accantonate per ovviare alla non erogazione della prestazione pensionistica;
viene segnalata da sedi INPS territoriali la impossibilità di elaborare le
posizioni dei salvaguardati con le modalità antecedenti alla riforma; vengono
segnalati ritardi da parte delle direzioni territoriali del lavoro e delle sedi
periferiche dell’INPS nel terminare le attività di loro competenza; di
conseguenza le graduatorie nazionali sulla base delle quali avrebbero dovuto
essere rilasciate le lettere di salvaguardia non sono ancora state approntate;
né le sedi INPS né gli operatori del numero verde sono in grado di fornire
alcuna previsione sul termine delle attività relative ai primi 65.000
salvaguardati. I motivi dettagliati di questa prestazione disastrosa ci
sfuggono, anche perché la sede centrale dell’INPS fornisce risposte evasive e
il ministero del lavoro non fornisce alcuna risposta; possiamo solamente
costatare come la caparbia resistenza del ministro a riconoscere la dimensione
del problema da lei creato con la riforma abbia creato un ingiustificabile
ritardo di circa sette (7) mesi per la pubblicazione del decreto attuativo e
come dalla pubblicazione di quest’ultimo le direzioni territoriali del lavoro e
l’INPS abbiano avuto comunque cinque mesi per farsi trovare pronti
all’appuntamento del primo gennaio 2013. Una tale vergognosa disfatta organizzativa
e amministrativa non può né deve passare sotto silenzio! La Rete dei Comitati
chiede pertanto che venga fatta luce sui motivi che hanno portato a questa
situazione ed in particolare: che si proceda immediatamente a liquidare
provvisoriamente la pensione ai soggetti salvaguardati che ne hanno maturato il
diritto dal primo gennaio 2013;
che si indichi in maniera chiara la data massima entro la quale saranno inviate
le 65.000 lettere ai “salvaguardati” interessati con il riconoscimento del
diritto, nonché le lettere agli esclusi, come previsto dal messaggio INPS n.
2526 del 2013; che si indichi in maniera chiara la data massima entro la quale
saranno inviate ai 65.000 salvaguardati la terza lettera con la
data di presentazione della domanda e la data di decorrenza della pensione; Il
rispetto formale del recente comunicato stampa del direttore generale
dell’INPS, che assicurava che le lettere che stanno già pervenendo
rappresentano certificazione del diritto individuale, pubblicando un’urgente
nota ufficiale e formale del ministero oppure dell’INPS (messaggio o
circolare pubblica) che confermi quanto anticipato in un informale comunicato
stampa, ovvero che le lettere già spedite e quelle in fase di spedizione
costituiscono “certificazione individuale irreversibile” della salvaguardia.
Una immediata e formale definizione della procedura di ricorso avverso
eventuale “lettera di esclusione”, formalizzazione immediata della procedura
per il decreto ministeriale dell’8 ottobre 2012 (decreto 55.000),
formalizzazione immediata del Decreto Ministeriale attuativo delle norme per
gli ulteriori 10.000 salvaguardati contenute nella legge di stabilità. In
assenza di immediate risposte alle nostre richieste la Rete dei Comitati
valuterà nei prossimi giorni il ricorso all’autorità giudiziaria affinché la
medesima verifichi la denunciata situazione ed assuma i conseguenti
provvedimenti. Non è, infatti, più accettabile che decine di migliaia di
famiglie continuino a vivere da mesi nella più totale incertezza ed angoscia
per il loro futuro e per il riconoscimento del loro diritto alla sopravvivenza.
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