domenica 24 febbraio 2013

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La Rete dei Comitati denuncia la situazione di colpevole negligenza da parte di INPS e ministero del lavoro nella gestione delle salvaguardie dalla riforma. Nei quasi quattordici (14) mesi trascorsi dalla riforma, INPS e ministero del lavoro non hanno saputo organizzare le proprie attività in modo da farsi trovare preparati al momento in cui i primi beneficiari delle salvaguardie avrebbero dovuto ricevere la propria pensione e cioè il primo gennaio 2013. La gestione del primo scaglione di 65.000 salvaguardati procede in maniera assolutamente inefficiente, se è vero, come è vero, che: è stata rilasciata solo una parte minoritaria delle lettere di salvaguardia; i potenziali beneficiari la cui data di decorrenza della pensione è già trascorsa non hanno ricevuto alcuna comunicazione dall’INPS; fino alla metà di febbraio la sede centrale dell’INPS non aveva rilasciato alle sedi periferiche i programmi necessari alla gestione di intere categorie di salvaguardati; le domande di pensione inoltrate nei tempi previsti giacciono senza risposta anche nei casi in cui la pensione avrebbe dovuto già essere erogata; ciò, in alcuni casi crea pregiudizio alla vita dei pensionandi che non avessero risorse accantonate per ovviare alla non erogazione della prestazione pensionistica; viene segnalata da sedi INPS territoriali la impossibilità di elaborare le posizioni dei salvaguardati con le modalità antecedenti alla riforma; vengono segnalati ritardi da parte delle direzioni territoriali del lavoro e delle sedi periferiche dell’INPS nel terminare le attività di loro competenza; di conseguenza le graduatorie nazionali sulla base delle quali avrebbero dovuto essere rilasciate le lettere di salvaguardia non sono ancora state approntate; né le sedi INPS né gli operatori del numero verde sono in grado di fornire alcuna previsione sul termine delle attività relative ai primi 65.000 salvaguardati. I motivi dettagliati di questa prestazione disastrosa ci sfuggono, anche perché la sede centrale dell’INPS fornisce risposte evasive e il ministero del lavoro non fornisce alcuna risposta; possiamo solamente costatare come la caparbia resistenza del ministro a riconoscere la dimensione del problema da lei creato con la riforma abbia creato un ingiustificabile ritardo di circa sette (7) mesi per la pubblicazione del decreto attuativo e come dalla pubblicazione di quest’ultimo le direzioni territoriali del lavoro e l’INPS abbiano avuto comunque cinque mesi per farsi trovare pronti all’appuntamento del primo gennaio 2013. Una tale vergognosa disfatta organizzativa e amministrativa non può né deve passare sotto silenzio! La Rete dei Comitati chiede pertanto che venga fatta luce sui motivi che hanno portato a questa situazione ed in particolare: che si proceda immediatamente a liquidare provvisoriamente la pensione ai soggetti salvaguardati che ne hanno maturato il diritto dal primo  gennaio 2013; che si indichi in maniera chiara la data massima entro la quale saranno inviate le 65.000 lettere ai “salvaguardati” interessati con il riconoscimento del diritto, nonché le lettere agli esclusi, come previsto dal messaggio INPS n. 2526 del 2013; che si indichi in maniera chiara la data massima entro la quale saranno inviate ai 65.000 salvaguardati la terza  lettera con  la data di presentazione della domanda e la data di decorrenza della pensione; Il rispetto formale  del recente comunicato stampa del direttore generale dell’INPS, che assicurava che le lettere che stanno già pervenendo rappresentano certificazione del diritto individuale,  pubblicando  un’urgente nota ufficiale e formale del ministero oppure  dell’INPS (messaggio o circolare pubblica) che confermi quanto anticipato in un informale comunicato stampa, ovvero che le lettere già spedite e quelle in fase di spedizione costituiscono “certificazione individuale irreversibile” della salvaguardia. Una immediata e formale definizione della  procedura di ricorso avverso eventuale “lettera di esclusione”, formalizzazione immediata della procedura per il decreto ministeriale dell’8 ottobre 2012 (decreto 55.000), formalizzazione immediata del Decreto Ministeriale attuativo delle norme per gli ulteriori 10.000 salvaguardati contenute nella legge di stabilità. In assenza di immediate risposte alle nostre richieste la Rete dei Comitati valuterà nei prossimi giorni il ricorso all’autorità giudiziaria affinché la medesima verifichi la denunciata situazione ed assuma i conseguenti provvedimenti. Non è, infatti, più accettabile che decine di migliaia di famiglie continuino a vivere da mesi nella più totale incertezza ed angoscia per il loro futuro e per il riconoscimento del loro diritto alla sopravvivenza. 

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