mercoledì 13 giugno 2012
Se otto ore vi sembran poche (4)
“Fondata
sul lavoro,” dice dell’Italia il primo articolo della Costituzione
Repubblicana, un pilastro di progresso e civiltà che da troppo ormai l’acqua
cattiva della barbarie corrode alla base, nell’indifferenza di un tempo in cui
i diritti si trasformano in chimere. Con i volti e le voci dei lavoratori che
sono la carne e il sangue del cinema di Daniele Segre, scorre un ventennio di
controrivoluzione dei diritti in Italia, un tempo senza pietà per i vinti in
cui una lotta di classe alla rovescia ha scatenato un’offensiva senza
precedenti contro molto di ciò che i nostri padri avevano conquistato. Una
Spoon River che ritroviamo, lucida e diretta, in tante storie di soprusi e
diritti negati fino al prezzo della dignità e della vita. Perché, forse,
tornare indietro è ancora possibile. E’ per questo che nell’ambito delle
iniziative di C’era una volta il lavoro, Daniele Segre presenterà in anteprima
il cofanetto (Feltrinelli Real Cinema) Vivere e morire di lavoro che comprende una parte importante della sua filmografia.
Come scrive Peppino Ortoleva nel libro allegato a Vivere e morire di lavoro, Daniele Segre ha costruito negli anni con rigore e
coerenza un cinema che non solo documenta il lavoro come terreno del conflitto
sociale ma ci aiuta a comprenderne la complessa realtà personale e collettiva.
I suoi film sono fatti di uomini e di donne, e anche di cose e paesaggi, che ci
si svelano nella loro drammaticità e anche nella loro inattesa, e intensa,
bellezza. L’appuntamento, che va da sè è importantissimo, è per sabato 16 giugno, a partire dalle ore 11 presso
l’aula magna del liceo Verri, a Lodi e poi, in serata, alle ore 21 in piazza
della Vittoria per la proiezione di Sic Fiat Italia.
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