mercoledì 13 giugno 2012

Non siamo qui per le caramelle (12)


Ciao a tutti sono Daniela, ho 55 anni, anch’io come tantissimi altri faccio parte degli esodati. La mia storia lavorativa inizia nel 1973 come impiegata presso una multinazionale metalmeccanica milanese. Mi ritenevo fortunata di lavorare in questa azienda che mi garantiva parecchia tranquillità in cambio del mio lavoro che mi piaceva tantissimo. Ho  lavorato per 28 anni quando nel 2001 l’azienda ha subito un processo di ristrutturazione e parte del settore dove lavoravo è stato coinvolto. Io e una dozzina di colleghi siamo stati ceduti a una azienda più piccola dove abbiamo dovuto ripartire dall’inizio. Dopo circa otto anni di falsa tranquillità lavorativa mi è arrivata la prima batosta. Siamo nel 2009, ho 52 anni e la direzione mi comunica che per rimanere nei costi mi propone il part-time. Lo accetto pur di non trovarmi senza lavoro, convinta che  questo sacrificio mi porti alla pensione che maturerò nel 2013. A distanza di nemmeno sei mesi ecco la seconda batosta. La direzione mi comunica di nuovo che a causa della crisi e per il contenimento dei costi  il lavoro amministrativo verrà trasferito alla sede legale che dista dall’attuale posto di lavoro cinquanta chilometri ma settanta chilometri  da dove abito. Mi piomba il mondo addosso, come faccio senza auto e con pochissime coincidenze con i mezzi, e come faccio con la mia famiglia? Coinvolgo la parte sindacale e con il datore di lavoro dopo svariati e penosi incontri arriviamo a un compromesso che viene sottoscritto  da entrambe le parti. Accetto il licenziamento per poter aver questo piccolo indennizzo che mi serve, dopo l’anno di disoccupazione, a pagare i contributi per arrivare alla pensione.  Non sono riuscita a trovare un altro lavoro perché sono troppo vecchia  e   dopo la disoccupazione non ho più reddito. Ecco che a questo punto arriva il ministro Fornero che sconvolge  completamente la mia vita e prolunga la mia aspettativa di circa due anni. Dovrei pagare di tasca mia gli ulteriori contributi altrimenti prenderò la pensione a circa 63 anni. Non può essere giusto e leale tutto questo. Anch’io non mi fermerò qui, combatterò insieme agli altri amici per vedere tutelati i nostri diritti che ci hanno tolto con una leggerezza incredibile. 

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