Non
è facile, a un certo punto della vita, raccontare, che per cause esterne, la
tua esistenza e tutto quello che ci gira intorno, son sconvolte! Non è facile
ma ci provo. Ho lavorato in una multinazionale per quasi trentasette anni! Ora,
che freddamente ci penso, sono meravigliato di come e dove ho passato più della
metà mia vita. Ovviamente non ho solo lavorato, perché un po’ di tempo libero,
l’Unilever me l’ha lasciato. Così, ho “messo su famiglia”, ho creato e procurato
relazioni sociali all’interno e all’esterno dei mura di cinta della fabbrica,
perché comunque la ditta ti garantiva il lavoro e uno stipendio… In cambio del
mio lavoro. Penso di aver dato il meglio e comunque ho cercato di vivere la mia
condizione di lavoratore in modo sereno con me stesso, con i colleghi e con
tutto quanto mi circondava, convinto che la costruzione di relazioni fiduciose
potesse offrirmi e fruttare anche agli altri una vita migliore, nonostante il
mio dover lavorare, il nostro dover lavorare tra colleghi. Pensavo che dopo
quasi trentasette anni di essere
riuscito a concretizzare queste condizioni ideali. All’Unilever, tutto questo
non è bastato, voleva “guadagnare” di più! Così come un sogno infranto un
giorno ti dicono che te ne devi andare, perché sei un costo, non una persona!
Vai, consolati però, salverai un collega lasciandole il tuo posto! … E tra poco
(3 anni) sarai in pensione! Supero questo momento recuperando il modo di creare
relazioni all’esterno della fabbrica impegnandomi nel volontariato riuscendo a
dare sostegno concreto ad un mio sogno: la pace. Il tempo scorreva tra ideali
progetti per un futuro di pace. Come uno schianto di un fulmine all’inizio del
2012 la riforma del sistema delle pensioni mi ha riportato ad un dura ed angosciosa
realtà: arriverai alla pensione nel 2020 vivendo per 7 anni “solo coi sogni”…
L’alternativa? Versare 35000 euro se vuoi ricevere la pensione nel 2015!!! E la
mia famiglia? E le mie relazioni? E i miei ideali di pace? Sconvolto da questa
prospettiva e sorretto da una forte arrabbiatura, ma abituato, per indole, a
reagire di fronte agli ostacoli, cerco affannosamente e trovo “compagni” di
sventura, che hanno le mie stesse angosce, le mie stesse speranze per il
futuro. Non molleremo! Quello che è un diritto acquisito, la nostra giusta
pensione, dovrà essere riconquistato. Concretizzare questo sogno di giustizia è
una forma di civiltà irrinunciabile. Luigi Lacchini licenziato Unilever… In
cerca di futuro.
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