Ciao
a tutti, mi chiamo Antonio Trentin e sono un ex dipendente della ditta Poligof
di Pieve Fissiraga (Lo). A causa della crisi dal 2009 l’azienda cominciò a fare
dei tagli del personale. Iniziò ad allontanare i quadri poi tutti i lavoratori
legati alle agenzie interinali e infine furono chiusi interi reparti produttivi
lasciando gli operai prima in cassa integrazione e poi in mobilità. Non ancora
soddisfatta, la dirigenza chiese a me e ad altri come me la certificazione
dell’INPS per un controllo della nostra situazione contributiva con le leggi
vigenti a quel tempo, e quento ci tengo a sottolinearlo molto bene: con le
leggi vigenti. Risultò che avevo lavorato per 37 anni e che quindi con i 3 anni
di mobilità che mi aspettavano sarei arrivato alla tanto agognata pensione. Con
l’aggiunta di un incentivo firmai un accordo con l’azienda, i sindacati e le
rappresentanze di categoria per un licenziamento che, in teoria, avrebbe
salvato il posto per qualcuno più giovane. Premesso che per un anno non sono
riuscito ad andare in pensione con i 35 anni di contributi, allungati poi a 40
e ritoccati infine a 41 anni con la relativa finestra e infine con i tre mesi
di aspettativa di vita, firmai soddisfatto, anche perché ero stanco di una
situazione in cui si gioca con la vita della gente. A dicembre dello scorso
anno, un ministro che non ho mai conosciuto, non ho mai sentito e quindi non ho
mai avuto l’opportunità di votare (oppure no) ha stravolto tutti gli accordi,
lasciandomi davanti a un baratro.
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