Siamo stati protagonisti e testimone di una rivoluzione. Una rivoluzione gentile, senza barricate, senza armi, senza proclami, senza retorica, senza bandiere. L'unica bandiera era, ed è ancora, un lenzuolo con sopra i nostri nomi. Un lenzuolo firmato. Ci abbiamo messo la firma, e la faccia, fin dall'inizio, quando il problema era la pensione, o una legge iniqua. Era una necessità, un’urgenza e la necessità e l’urgenza fanno correre, e abbiamo corso, eccome, se abbiamo corso. Ma adesso a distanza di qualche anno questa rivoluzione, che abbiamo fatto con un sorriso, stappando una bottiglia di vino, intonando una canzone, accendendo un falò, travestendoci da fantasmi, mascherandoci da numeri, ci sembra sia stata qualcosa di più. Una ribellione per rifiutarsi di essere considerati qualcosa che non saremo mai, una ribellione per dire che vogliamo continuare a essere così, senza insultare nessuno, senza alzare la voce. Una rivoluzione che non ha ferito nessuno, che non voleva prendere il potere, che non voleva, meno che mai andare andare al governo, che non voleva fare proselitismi, rastrellare voti, gestire consensi, imporre qualcosa. È stata una piccola rivoluzione per dire che non vogliamo diventare niente di più di quello che siamo, madri, padri, figlie e figli, che hanno bisogno della felicità, che hanno diritto alla felicità. Restiamo esodati. Restiamo umani. (Marco Denti)
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