mercoledì 3 dicembre 2014

Non siamo fantasmi!


La condizione giuridica dei fantasmi
L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Non ci sarà eccezione giuridica, stiamo parlando del primo articolo della costituzione, se diciamo che l’Italia è una repubblica fondata su chi lavora, su chi ha lavorato e su chi lavorerà. Non sono certo quelli che riempiono di parole vuote la televisione, a tenere insieme il paese. Non sono certo quelli che assorbono incarichi, prebende e vitalizi a tenere insieme l’idea del primo articolo della costituzione. E’ un compito delicato, spetta a chi lavora, a chi ha lavorato, a chi lavorerà. Anche quando tutti gli esodati saranno salvaguardati (e non può finire in modo diverso), la legge 214/11 della repubblica italiana andrà rivista, abrogata, in qualche modo superata. Anzi. La battaglia è proprio quella, perché è una legge che ha generato dei cittadini particolari, che hanno lavorato e che quindi sono rientrati nell’alveo naturale della costituzione, ma che proprio una legge dello stato ha disconosciuto. In fondo alle ansie, alle sofferenze, all’angoscia, ma anche all’impegno e alla solidarietà nelle lotte di questi tre anni, c’è un dato specifico (specifico, sì) che la sgangherata legge 214/11 ha prodotto. Chiunque sa che bastava, come ogni riforma, un minimo essenziale di progressività (recuperata, guarda caso, attraverso la mezza dozzina di salvaguardie che sono seguite), e non saremmo arrivati a questo punto. Il fatto, ormai storico e incontrovertibile, è che quella legge, in punta di diritto, de facto, come dicono i giuristi, ha generato una categoria speciale di cittadini. I fantasmi del diritto. Come chiamare, se non fantasmi, dei cittadini che non possono far valere la propria cittadinanza perché una legge ha cancellato gli accordi per cui esistevano e insieme non ha offerto nessun strumento per tutelarli? Fantasmi. E’ storico, ormai: soltanto a guardare il numero delle salvaguardie si evince che all’alba di tre anni fa almeno (almeno) duecentomila fantasmi vennero generati nei corridoi del ministero. In fatto di diritto, ne basta uno. Duecentomila, per la giurisprudenza, sono un genocidio. A cosa si possono appellare gli esodati? Alle leggi su cui hanno firmato gli accordi? Non sono più valide. Alla legge 214/11? Li ha creati, ma non li contempla. Se a un legislatore viene concessa la discrezionalità, per calcolo o per errore o per qualsiasi motivo alla fine non cambia, di generare fantasmi del diritto non siamo lontanissimi a un’interpretazione monocratica se non monarchica, o comunque assolutista, della repubblica. E’ un paradosso, altroché, ma non l’abbiamo inventato noi. E’ stata una legge che tre anni fa ha diviso due categorie di cittadini: chi aveva un diritto e chi l’avrebbe maturato. In mezzo, una terza parte che apparteneva un po’ all’una e un po’ all’altra, ma che il legislatore, come un re o una regina distratti, a cui fosse sfuggito qualcosa, non ha previsto, considerato, calcolato. Capiamo che parlare per tre anni di esodati può diventare noioso o assillante, allora facciamo un esempio diverso. In queste settimane si sta discutendo un altro disegno di legge, quello che modifica le regole del divorzio. Lasciando un attimo da parte i temi etici, pensate se 200.000 persone, per via di una svista nella futura legge, non fossero in grado né di divorziare con le vecchie regole, né con quelle nuove. 200.000 divorziati che né si possono risposare, né possono tornare insieme, né possono sistemare figli, proprietà e annessi e connessi, ovvero tutto ciò che si porta dietro una separazione, insieme al dolore e alla malinconia. Un bel problema, no? E’ proprio quello che è successo agli esodati, che si sono ritrovati divorziati dallo stato, e senza gli alimenti. Il fatto elementare è che finché la legge 214/11 resta in vigore, saremo fantasmi, in buona compagnia degli ectoplasmi del diritto. Ci scusiamo, qui, con chi di dovere, lo stato, la costituzione, i ministri, il re e la regina, se abbiamo usato solo il minuscolo, ma di maiuscolo c’è solo l’ingiustizia che abbiamo subito. Noi, e la repubblica.

1 commento:

  1. L'immagine dei fantasmi è una fotografia scattata ed elaborata da Fabrizio Del Fiacco, che ringraziamo sempre.

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