mercoledì 3 aprile 2013

Il nostro "programma" di governo.



La rete dei comitati degli “esodati” chiede ai parlamentari che compongono la commissione speciale per il controllo degli atti urgenti del governo di intervenire per il rinvio ai ministeri competenti del decreto interministeriale attuativo delle misure di salvaguardia per gli “esodati” definite nella legge di stabilità e propone al parlamento una soluzione condivisa dell’ormai annosa questione degli “esodati” ancora non salvaguardati e nello stesso tempo vuole: 

a) stigmatizzare ancora una volta il comportamento dei ministri del lavoro e delle finanze in merito alla grave esclusione dalle salvaguardie dei contributori volontari perpetrata attraverso l’indebita introduzione di ulteriori condizioni restrittive  nel decreto interministeriale attuativo delle misure definite al riguardo al punto b), comma 231, art.1 della legge 228/2012 (legge di stabilità 2013) approvata dal parlamento nella precedente legislatura, punto relativo agli ulteriori 10130 soggetti da salvaguardare dagli effetti “nefasti” della riforma previdenziale inserita nella legge 214/2011 (SalvaItalia);

b) chiedere alla commissione speciale di controllo il rinvio, ai ministeri responsabili della sua emissione, del decreto interministeriale in oggetto affinché venga ripristinato il testo del punto b) a pag.5, riguardante le salvaguardie definite per i contributori volontari (e di conseguenza anche il relativo testo a pag. 3 della relazione illustrativa della RGS), riportandolo come previsto nella legge di stabilità  2013 al punto b), comma 231, art.1, rimuovendo così la condizione restrittiva aggiunta dai ministeri e mai approvata dal parlamento che, prevedendo la rilevanza ai fini dell’impossibilità di accesso alla salvaguardia delle eventuali attività lavorative di qualsiasi tipo intercorse tra la data di autorizzazione della contribuzione volontaria e la data del 4 dicembre 2011, stravolge di fatto la norma legislativa cui il decreto interministeriale si riferisce;

c) ribadire la volontà di collaborazione con le forze parlamentari per la ricerca di una soluzione condivisa e definitiva alla cosiddetta questione degli  “esodati” (e di chi, ancora al lavoro, si è visto innalzare improvvisamente requisiti e decorrenza pensionistica), rinnovando la propria  disponibilità a collaborare con tutte le forze politiche e a condividere un percorso che possa definire, attraverso la ripresa di contatti permanenti con i parlamentari della nuova legislatura, una fase di ascolto che porti a formulare le nuove proposte per:

1. gli “esodati” non ancora salvaguardati: l’estensione degli interventi di salvaguardia per tutti coloro che avevano stipulato accordi precedentemente all’entrata in vigore della manovra Fornero per i quali devono applicarsi le regole di pensionamento vigenti all’atto della loro sottoscrizione; per i licenziati, individuali o per fallimento aziendale o altro, che avrebbero maturato il requisito pensionistico in un ragionevole lasso di tempo dal licenziamento deve essere assicurata la possibilità di conseguire il diritto alla pensione con le norme vigenti al momento della cessazione del rapporto di lavoro; per i “quindicenni” si chiede che  venga applicato il requisito anagrafico previgente  la riforma Fornero;

2. i lavoratori prossimi alla maturazione del precedente requisito pensionistico: il ripristino del patto di sicurezza sociale tra stato e cittadino e l’uguaglianza dei cittadini davanti alla Legge, riformulando in modo più giusto ed equo l’impianto della riforma previdenziale, rivedendo in senso più graduale nel tempo l’entrata in vigore delle nuove norme pensionistiche.

Vogliamo ricordare che la “rete dei comitati” si è costituita per tentare di trovare la soluzione definitiva al dramma di quanti sono stati ingiustamente colpiti nelle loro possibilità di sopravvivenza dall’ultima riforma delle pensioni : una riforma iniqua ed ingiusta della quale il nostro sistema previdenziale (a detta dei maggiori esperti) non aveva alcun bisogno, ed attuata con l’unico obbiettivo di fare cassa alle spalle dei pensionati e dei pensionandi.  Una riforma che ha provocato gravissime ingiustizie sociali e una emergenza sociale quale è quella dei così detti “esodati”.

La legislatura contraddistinta dalla presenza del governo tecnico del presidente Monti si è chiusa mostrando l’incapacità da parte del mondo politico di risolvere completamente tale emergenza adottando i necessari interventi correttivi, a distanza di oltre un anno dalla legge 214/2011 e nonostante la generale ammissione degli imperdonabili errori commessi con la riforma e dell’urgenza di intervento per sanare la devastante situazione che ha colpito  oltre 390.000 soggetti (fonte INPS), di cui solo 130.000 salvaguardati.

Vogliamo anche sottolineare l’effetto amplificatore (in negativo) dell’ultima riforma sulle precedenti: vale ricordare che il passaggio alla finestra  di attesa di 12+n mesi decretato dalla legge 122/2010 ha spostato già per molti la decorrenza della pensione (pochi mesi, male minore si disse allora in quanto non toccava i requisiti) così esponendoli in cascata agli effetti delle nuove norme in materia previdenziale contenute nella  legge 214/2011 che non si è preoccupata del raccordo con le riforme precedenti e, ad oggi anche per pochi giorni, esclude molti “esodati” dalle salvaguardie, imponendo l’aumento di anni del requisito pensionistico e il conseguente rinvio della decorrenza.

Ci aspettiamo quindi che come atto di giustizia da perseguire prioritariamente in questa legislatura,  ci sia il riconoscimento dell’errore commesso  con l’approvazione di una riforma iniqua ed ingiusta e che le forze politiche, che stanno oggi affermando nei loro programmi l’intenzione di porre rimedio al dramma degli  “esodati” non salvaguardati, vogliano condividere con la “rete dei comitati” un percorso che,  partendo dalla proposta di legge 5103 ed integrandola con le proposte contenute nel dossier che abbiamo sviluppato, garantisca, attraverso una soluzione di tipo “previdenziale”, quanto segue:

1. rispetto degli accordi firmati:  per tutti i mobilitati (in particolare per coloro che non perfezionano  il requisito pensionistico entro il periodo di mobilità, precedentemente non considerati), per i titolari di fondi speciali di settore,per i contributori volontari,  per i licenziati o esodati con accordi singoli o collettivi  valgano in deroga le norme in vigore all’atto della sottoscrizione dei relativi accordi sindacali o individuali fino alla maturazione del requisito pensionistico entro il 31 dicembre 2018;

2. eliminazione degli iniqui “paletti” discriminatori: in tutti i casi di salvaguardia vada eliminata ogni limitazione derivante da eventuali periodi lavorativi svolti nonché dalla necessità di aver già effettuato versamenti volontari;

3. ammissione alle deroghe di nuove categorie di soggetti particolarmente penalizzate: vanno estesi gli stessi principi e regole indicati ai punti precedenti anche ai licenziati/disoccupati che al momento dell’entrata in vigore della manovra previdenziale Fornero erano prossimi al raggiungimento del requisito pensionistico, e ai “quindicenni” con particolare riferimento al rispetto del precedente requisito anagrafico.

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