La
rete dei comitati degli “esodati” chiede ai parlamentari che compongono la
commissione speciale per il controllo degli atti urgenti del governo di
intervenire per il rinvio ai ministeri competenti del decreto interministeriale
attuativo delle misure di salvaguardia per gli “esodati” definite nella legge
di stabilità e propone al parlamento una soluzione condivisa dell’ormai annosa
questione degli “esodati” ancora non salvaguardati e nello stesso tempo
vuole:
a) stigmatizzare
ancora una volta il comportamento dei ministri del lavoro e delle finanze in
merito alla grave esclusione dalle salvaguardie dei contributori volontari
perpetrata attraverso l’indebita introduzione di ulteriori condizioni
restrittive nel decreto interministeriale attuativo delle misure definite
al riguardo al punto b), comma 231, art.1 della legge 228/2012 (legge di
stabilità 2013) approvata dal parlamento nella precedente legislatura, punto
relativo agli ulteriori 10130 soggetti da salvaguardare dagli effetti “nefasti”
della riforma previdenziale inserita nella legge 214/2011 (SalvaItalia);
b) chiedere
alla commissione speciale di controllo il rinvio, ai ministeri responsabili
della sua emissione, del decreto interministeriale in oggetto affinché venga
ripristinato il testo del punto b) a pag.5, riguardante le salvaguardie
definite per i contributori volontari (e di conseguenza anche il relativo testo
a pag. 3 della relazione illustrativa della RGS), riportandolo come previsto
nella legge di stabilità 2013 al punto b), comma 231, art.1, rimuovendo
così la condizione restrittiva aggiunta dai ministeri e mai approvata dal
parlamento che, prevedendo la rilevanza ai fini dell’impossibilità di accesso
alla salvaguardia delle eventuali attività lavorative di qualsiasi tipo
intercorse tra la data di autorizzazione della contribuzione volontaria e la
data del 4 dicembre 2011, stravolge di fatto la norma legislativa cui il
decreto interministeriale si riferisce;
c) ribadire
la volontà di collaborazione con le forze parlamentari per la ricerca di una
soluzione condivisa e definitiva alla cosiddetta questione degli “esodati”
(e di chi, ancora al lavoro, si è visto innalzare
improvvisamente requisiti e decorrenza pensionistica), rinnovando la propria
disponibilità a collaborare con tutte le forze politiche e a condividere
un percorso che possa definire, attraverso la ripresa di contatti permanenti
con i parlamentari della nuova legislatura, una fase di ascolto che porti a
formulare le nuove proposte per:
1.
gli “esodati” non ancora salvaguardati: l’estensione degli interventi di
salvaguardia per tutti coloro che avevano stipulato accordi precedentemente all’entrata
in vigore della manovra Fornero per i quali devono applicarsi le regole di
pensionamento vigenti all’atto della loro sottoscrizione; per i licenziati,
individuali o per fallimento aziendale o altro, che avrebbero maturato il
requisito pensionistico in un ragionevole lasso di tempo dal licenziamento deve
essere assicurata la possibilità di conseguire il diritto alla pensione con le
norme vigenti al momento della cessazione del rapporto di lavoro; per i “quindicenni”
si chiede che venga applicato il requisito anagrafico previgente la
riforma Fornero;
2. i lavoratori prossimi alla maturazione del precedente requisito pensionistico:
il ripristino del patto di sicurezza sociale tra stato e cittadino e l’uguaglianza
dei cittadini davanti alla Legge, riformulando in modo più giusto ed equo l’impianto
della riforma previdenziale, rivedendo in senso più graduale nel tempo l’entrata
in vigore delle nuove norme pensionistiche.
Vogliamo
ricordare che la “rete dei comitati” si è costituita per tentare di trovare la
soluzione definitiva al dramma di quanti sono stati ingiustamente colpiti nelle
loro possibilità di sopravvivenza dall’ultima riforma delle pensioni : una
riforma iniqua ed ingiusta della quale il nostro sistema previdenziale (a detta
dei maggiori esperti) non aveva alcun bisogno, ed attuata con l’unico
obbiettivo di fare cassa alle spalle dei pensionati e dei pensionandi.
Una riforma che ha provocato gravissime ingiustizie sociali e una
emergenza sociale quale è quella dei così detti “esodati”.
La
legislatura contraddistinta dalla presenza del governo tecnico del presidente
Monti si è chiusa mostrando l’incapacità da parte del mondo politico di
risolvere completamente tale emergenza adottando i necessari interventi
correttivi, a distanza di oltre un anno dalla legge 214/2011 e nonostante la
generale ammissione degli imperdonabili errori commessi con la riforma e dell’urgenza
di intervento per sanare la devastante situazione che ha colpito oltre
390.000 soggetti (fonte INPS), di cui solo 130.000 salvaguardati.
Vogliamo
anche sottolineare l’effetto amplificatore (in negativo) dell’ultima riforma
sulle precedenti: vale ricordare che il passaggio alla finestra di attesa
di 12+n mesi decretato dalla legge 122/2010 ha spostato già per molti la
decorrenza della pensione (pochi mesi, male minore si disse allora in quanto
non toccava i requisiti) così esponendoli in cascata agli effetti delle nuove
norme in materia previdenziale contenute nella legge 214/2011 che non si
è preoccupata del raccordo con le riforme precedenti e, ad oggi anche per pochi
giorni, esclude molti “esodati” dalle salvaguardie, imponendo l’aumento di anni
del requisito pensionistico e il conseguente rinvio della decorrenza.
Ci
aspettiamo quindi che come atto di giustizia da perseguire prioritariamente in
questa legislatura, ci sia il riconoscimento dell’errore commesso
con l’approvazione di una riforma iniqua ed ingiusta e che le forze
politiche, che stanno oggi affermando nei loro programmi l’intenzione di porre
rimedio al dramma degli “esodati” non salvaguardati, vogliano condividere
con la “rete dei comitati” un percorso che, partendo dalla proposta di
legge 5103 ed integrandola con le proposte contenute nel dossier che abbiamo
sviluppato, garantisca, attraverso una soluzione di tipo “previdenziale”,
quanto segue:
1.
rispetto degli accordi firmati: per tutti i mobilitati (in particolare
per coloro che non perfezionano il requisito pensionistico entro il
periodo di mobilità, precedentemente non considerati), per i titolari di fondi
speciali di settore,per i contributori volontari, per i licenziati o
esodati con accordi singoli o collettivi valgano in deroga le norme in
vigore all’atto della sottoscrizione dei relativi accordi sindacali o
individuali fino alla maturazione del requisito pensionistico entro il 31
dicembre 2018;
2. eliminazione degli iniqui “paletti”
discriminatori: in tutti i casi di salvaguardia vada eliminata ogni limitazione
derivante da eventuali periodi lavorativi svolti nonché dalla necessità di aver
già effettuato versamenti volontari;
3. ammissione alle deroghe di nuove categorie di
soggetti particolarmente penalizzate: vanno estesi gli stessi principi e regole
indicati ai punti precedenti anche ai licenziati/disoccupati che al momento
dell’entrata in vigore della manovra previdenziale Fornero erano prossimi al
raggiungimento del requisito pensionistico, e ai “quindicenni” con particolare
riferimento al rispetto del precedente requisito anagrafico.
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