domenica 4 maggio 2014

Non siamo qui per le caramelle (17)


Quando l’azienda che hai sempre servito con rispetto e senso del dovere dice che ti lascerà a casa per ristrutturazione, quasi non ci credi… Quando la realtà del licenziamento ti sommerge.. Pensi che la solidarietà della gente ti aiuterà nel difficile percorso di essere stato sputato fuori dal mondo del lavoro. Quasi ci credi… Quando con fiducia ti rivolgi alle istituzioni dove finirai, come sarà il tuo futuro, e pensi di ricevere aiuto, quasi ci credi… Quando anche la vita stessa di prepara delle amare sorprese con un parente anziano malato, pensi ancora una volta alla solidarietà di qualcuno, quasi ci credi… Quando, oltre al danno, subentra la beffa di nuove leggi capestro per tutti quelli che hanno onestamente lavorato per tanti anni, quasi non ci credi… Poi, finalmente, arrivail giorno della completa disillusione, rabbia, sconforto, che ti presenta un quadro nero del tuo futuro che avevi pianificato con umiltà e volontà per avere almeno un poco di tempo sereno. Poi l’istinto si carica dei pensieri peggiori, sopraggiungono momenti di rabbia feroce contro le istituzioni che ti hanno abbandonato, contro tutti quelli che non capiscono il dramma tuo e di tutti quelli come te che si trovano improvvisamente soli, abbandonati, evitati, scherniti… “Esodati”! Poi… Dal buio essce una lucetta… Un articolo sul giornale locale che parla di una vittoria ottenuta da persone che come te stanno soffrendo e sperando di vedere il loro futuro con un punto fermo, una piccola sicurezza che si sono cercati e guadagnati durante tutta una vita di lavoro. Quando chiami per la prima volta, capisci subito che qualcosa è cambiato, la disponibilità assoluta al primo istante, quasi non ci credi… Quando ti unisci al gruppo e conosci Luigi, Arrigo, Vincenzo e altri sconosciuti che si interessano immediatamente al tuo problema, ti ascoltano, ti confortano, ti sembra di essere su un altro pianeta, e ci credi. Ecco, al di là delle sensazioni dolorose provate per tanto tempo, ho scoperto che esiste una piccola e minuta realtà di reciproco aiuto con una forte e tenace volontà di superare le ingiustizie provocate dalle istituzioni, un gruppo di persone provenienti da diverse esperienze lavorative ma con un denominatore comune, quello di essere state catapultate in un pozzo nero ad opera delle stesse istituzioni. Quando mi sono unita a loro ho capito l’importanza di un gruppo solidale, dell’impegno di ciascuno, della fatica per capire le mille trappole legali disseminate sul percorso finale della vita lavorativa, trappole messe in atto da uno stato che invece di essere fratello è diventato carnefice. (Raffaella)

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