Al presidente del consiglio, ai ministri del l’economia e del lavoro, ai presidenti dei gruppi parlamentari di camera e senato, ai membri della commissione lavoro di camera e senato:
la Rete dei Comitati di "Esodati" ritiene necessario, in concomitanza con l’esame del decreto Milleproroghe
anche alla luce dell’affermazione del Presidente della Repubblica nel Suo
discorso di fine anno, ribadire che il dramma degli “esodati” non ha
ancora trovato una soluzione strutturale e definitiva, per cui, dai dati
ufficiali ad oggi noti, risultano ancora NON salvaguardati ben 230.000
soggetti.
Dal 2011 si sono emanati 5
provvedimenti, l’ultimo dei quali contenuto nella legge di stabilità, per
tentare di rimediare alla gravissima sottrazione del diritto perpetrata
dalla L.214/2011 (Riforma Fornero). Ormai è evidente e noto che la
retroattività della riforma, conseguenza dei ripetuti interventi sulla
previdenza in brevissimo tempo a partire dalla L. 122/2010, e l’assenza di “transitorio”
per la sua entrata a regime, mai osservata in alcuna riforma previdenziale
nazionale ed Europea, sono le vere cause del dramma.
I tentativi di “riparare il
danno” finora compiuti dal legislatore, ma sarebbe più opportuno
chiamarli di “doveroso ripristino di un diritto”, sono chiaramente ed
assolutamente insufficienti, come dimostra la ripetitività degli interventi,
risultanti sempre ampiamente lacunosi e ancor più discriminanti, laddove
continuano a prevedersi vincoli immotivatamente aleatori.
Il numero dei soggetti, uomini e
donne, esclusi è enorme e pari alla popolazione di una città di media
grandezza, come Padova. La condizione sociale e psicologica di questi
cittadini italiani è a un livello di profondo disagio e molti sono già in indigenza
economica. Il rischio povertà non è una leggenda metropolitana, è un rischio
concreto, tangibile per tutte queste persone e le loro famiglie. Molti sono in
procinto di cedere alla disperazione!
La “Rete dei Comitati” sollecita
governo e parlamento affinché nel decreto Milleproroghe trovino
accoglimento le seguenti richieste:
Abbattimento del vincolo temporale della decorrenza limitata al 6
gennaio del 2015 finora
presente in tutti i provvedimenti emanati, in quanto il dramma dei cosiddetti
esodati NON finisce purtroppo al 6 gennaio 2015! Il dramma perdura tragicamente
almeno fino al 2018!!! O almeno in questa norma sia previsto un primo
spostamento della data limite al 31/12/2015 impegnando il governo trovare la soluzione
strutturale per portare tale limite fino al 31.12.2018.
Modifica della dicitura “decorrenza del trattamento
pensionistico” in “maturazione dei requisiti per la fruizione del
trattamento pensionistico” per TUTTE le categorie, affinché venga sanata una evidente discriminazione tra
“esodati” che raggiungono il diritto alla pensione in pari data, con le regole
precedenti a quelle previste dalla L. 214/2011.
Eliminazione dell’assurdo, iniquo e discriminatorio vincolo temporale della
data di licenziamento a partire dal 1 gennaio 2007 per i “licenziati
unilaterali”.
La risoluzione in via amministrativa (o legislativa) dell’interpretazione
RESTRITTIVA ed ILLEGITIMA, perché imposta con uno strumento amministrativo quale la circolare
n.35 dell’INPS del 2012, che stravolge l’articolo 1 comma 9 della legge 243/
2004, noto come “opzione donna” e la proroga di tale opzione fino al 2018.
Recepimento urgente delle le indicazioni emanate, all'unanimità, dalle
commissioni speciali di Camera e Senato, riconoscendo il diritto pensionistico
agli autorizzati al versamento dei contributi volontari in data anteriore al 20
luglio 2007,
(negato da un ILLEGGITTIMO e RESTRITTIVO atto amministrativo del ministero) esclusivamente
sulla base dell'art. 1 comma 8 della Legge 243/2004, come successivamente
modificato dall'art. 1 comma 2 della legge 247/2007, senza alcuna limitazione legata
all'art. 24 co. 14 e 15 della Legge 214/2011, ed ai decreti attuativi in esso
previsti e alle ulteriori norme collegate emanate o in via di emanazione.
La cancellazione in TOTO della condizione dell’avere un contributo
volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre del 2011.
L’estensione a 24 mesi del periodo in cui i mobilitati che NON perfezionino
i requisiti entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità, possano
maturare i requisiti, con le norme precedenti, per il trattamento
pensionistico.
L’eliminazione per i mobilitati della differenza tra accordi sottoscritti in
sede governativa e in sede territoriale, per cui alcuni vengono ingiustamente
discriminati.
Sancire che, per i mobilitati, DEVE INTENDERSI sostitutiva dell’accordo
sindacale anche la semplice “presentazione di domanda di apertura della
mobilità” ai sensi della legge 223/91 da parte dell’azienda o del
“curatore fallimentare” all’INPS, al fine di correggere l’evidente discriminazione tra
coloro che hanno accordi sindacali raggiunti (ex. L.223/91) e quelli che invece
non li hanno e sono stati licenziati ugualmente a norma della medesima legge.
Il rifinanziamento del fondo
“esodati” previsto con l’art. 235 della legge 228/2012 e l’emanazione del
decreto non regolamentare del presidente del consiglio dei ministri
per disciplinarne l’utilizzo nonché l’evidenza dei risparmi, e relative modalità di
calcolo, derivanti dai decreti di salvaguardia.
Esenzione fiscale da IMU, MINI IMU, ICI, TASI, IUC, TARSU ecc. per tutti gli
esodati che abbiano ricevuto la "certificazione" dalle DTL e non
possono rientrare nelle salvaguardie a causa delle ancor presenti condizioni restrittive
(paletti).
La “Rete dei Comitati” chiede che il 2014 sia l’anno delle risposte chiare e certe per
tutti coloro ancora ESCLUSI dalle lotterie delle salvaguardie finora
previste, perché promesse e impegni espressi con esternazioni a parole,
come quelli fatti dal presidente della repubblica, dal presidente del consiglio
e da altre alte cariche politiche, NON sono più sufficienti ma servono FATTI
CONCRETI E GIUSTI che riportino alla legalità il Patto violato tra
Cittadini e Stato.
Fatti che vedremo esclusivamente
con l’esame ed approvazione definitiva della proposta di legge unificata (PdL
n.727 e collegate) oggi all’esame della commissione lavoro della camera che ci
attendiamo venga urgentemente approvata.
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