lunedì 4 giugno 2012

Se otto ore vi sembran poche... (2)


L’incubo dei cosiddetti “esodati”, lavoratrici e lavoratori a cui è precluso il godimento dei diritti maturani in decenni di lavoro per via di una grave lacuna legislativa ormai riconosciuta anche dallo stesso governo italiano, è soltanto l’ultima tappa di un’involuzione che di volta in volta ha visto protagonisti giovani, precari, disoccupati. Per questo, partendo da un’idea del Comitato Esodati di Lodi è nata C’era una volta il lavoro, manifestazione con letture, interpretazioni, immagini, musiche, mostre e stand che avrà luogo nelle canoniche otto ore lavorative, dalle 16 alle 24 in piazza della Vittoria, a Lodi, il 16 giugno 2012. Alla realizzazione contribuiranno, per la parte delle testimonianze e delle interpretazioni Il Laboratorio degli Archetipi e l’Associazione Fabularia. Per l’occasione, sarà a Lodi, il regista Daniele Segre, noto per aver dedicato il suo cinema al mondo del lavoro, che presenterà in anteprima il cofanetto Vivere e morire di lavoro (Feltrinelli Real Cinema) e Sic Fiat Italia. Sul palco si alterneranno poi La Corte del Re Sole, Evasio Muraro, Liquid Clock e Bujaka, mentre la piazza sarà occupata dagli stand, dalle mostre e da una moltitudine in marcia, ispirata dalle parole di Martin Luther King: “Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”. C’era una volta il lavoro è stata resa possibile con la condivisione e il sostegno, a oggi, della CGIL e della FILCTEM-CGIL del Lodigiano, del Patronato INCA-CGIL, delle RSU delle fabbriche Unilever, Alsco, Barlocher, Treelleborg, Euticals, Prysmian, Solmag, dei lavoratori “esodati” della CGIL e CISL di Akzo Nobel, di S.A.L., del comune di Lodi, di La Pergamena di Ghioni Renzo, del ristorante Merlino e di Feltrinelli Real Cinema. Saranno inoltre presenti, nel corso della giornata, membri del Coordinamento Nazionale dei Comitati “Esodati” e Mobilitati e Lodisolidale. Adesioni, partecipazioni e condivisioni sono aperte fino all’inaugurazione di C’era una volta il lavoro.

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