Egregio Signor Presidente,
Le scriviamo per poter avere da Lei, quale massima carica dello Stato, ma soprattutto quale punto di riferimento di ogni Italiano di buon senso, un aiuto e sostegno nel ‘piccolo nodo’ burocratico in cui ‘sono capitati i cosiddetti esodati. Dall’entrata in vigore della riforma delle pensioni e del relativo "milleproroghe" moltissime famiglie di onesti lavoratori sono cadute nello sconforto e nell’angoscia nel trovarsi di fronte un futuro alquanto incerto circa l’aspettativa sacrosanta di una giusta pensione. L’unica nostra colpa è stata di lavorare per quasi 40 anni! Il nuovo sistema pensionistico ci penalizza alquanto senza possibilità di poterci difendere… Perché fuori dal ciclo produttivo ed avanti di età! Le chiediamo pertanto di farsi interprete in modo deciso presso gi organi competenti affinché si rispettino gli impegni presi prima della riforma del sistema pensionistico: il riconoscimento della pensione con le regole vigenti al momento della firma degli accordi in azienda per la definizione dell'uscita dal lavoro, altre soluzioni, come il ricorso all'ASPI o ad altre forme di ammortizzatori sociali ledono solo la nostra dignità di lavoratori e ci negano un diritto acquisito e sancito dall’art. 3 della Costituzione. Non c’è paese al mondo che applica leggi retroattive! Certi che il suo autorevole intervento potrà porre giustizia a queste nostre istanze, Le porgiamo un cordiale saluto.
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